Davanti all’obiettivo: cosa ho imparato scattando dei selfie
- Cristina Scano
- 5 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Di solito sono io quella che osserva, che guida, che aiuta a sciogliere la tensione davanti alla macchina fotografica.Ma qualche giorno fa ho deciso di invertire i ruoli: ho scattato dei selfie per capire come si sentono le persone che fotografo ogni giorno.
E la verità è che… non è stato facile.
Appena mi sono vista riflessa, ho provato una sensazione di nudità, come se ogni parte di me fosse messa a nudo — non solo il viso o il corpo, ma anche le emozioni, le insicurezze, le espressioni spontanee che di solito controlliamo senza nemmeno accorgercene.
Mi sono sentita un po’ spoglia, un po’ fuori posto.Eppure, in quella vulnerabilità, ho riscoperto una verità che spesso dimentichiamo: mettersi davanti all’obiettivo è un atto di fiducia.
Fiducia in se stessi, ma anche in chi sta dall’altra parte della macchina fotografica.
Perché per creare delle foto autentiche, che raccontano davvero chi sei, serve qualcuno che sappia leggerti, che colga la tua energia, il tuo modo di muoverti, di guardare, di respirare.Un fotografo che sappia dirigerti con delicatezza, ma anche lasciarti spazio per essere te stessa.
Solo così nascono quelle immagini che non sembrano “in posa”, ma vive, potenti, tue.
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